Video della categoria : 7
Radio Farfalla
19 apr 2021
INTERMEZZO PER LA GIORNATA DELLA MEMORIA di Gerardo Martino. Un'improvvisazione fugace per dare sui social un contributo alla "giornata della memoria " del 2021
02 dic 2022
AMORE E POLITICA DALLA MANIPOLAZIONE INFORMATIVA ALL'AMORE PER LA VERITA'
IMPROVVISANDO NOTTURNE DISSONANZE - chitarra classica Gerardo Martino - handpan Domenico PulitoIMPROVVISANDO NOTTURNE DISSONANZE - chitarra classica Gerardo Martino - handpan Domenico Pulito
"NELLE OPACHE FENDITURE DI MARZO" di GERARDO MARTINO NELLE OPACHE FENDITURE DI MARZO è una divagazione ispirata alla contingenza che vivemmo nel 2020 ed è intrisa di malinconia e speranza ammantate da un'aura di attesa e incertezza. Non è ancora andata in sala d'incisione ma come gli altri brani é tutelata da Patamu` e tutti i diritti sono riservati. Accordatura diversamente aperta per costruire una dimensione che accoglie mille cose non dette. Qualche link per curiosare sulle mie produzioni artistiche http://www.uncorpopovero.it/ https://www.facebook.com/LaDanzaDelleSpade/ youtube.com/gerardodimartina
22 mar 2021
Incredibile a dirsi ma quella sera dal Normanno, situato in collina nella campagna di Tropea, assistemmo attoniti alla discesa lenta e improcrastinabile di una palla di fuoco dentro il cratere dello Stromboli. Era davvero il sole che tramontava! Ed ero davvero io quello che inspiegabilmente pizzicava le corde dello strumento uniformandosi ai ritmi del sole e del suo giocare a rimpiattino! E' nato cosi questo brano, come per un incantesimo. E ogni volta che lo suono rivedo quel mare che da cobalto diventa acciaio, le sfumature indescrivibili che in pochi minuti ritagliano nel cielo immagini sempre diverse, la passione del Tirreno che si fonde con la certezza della terra e l' imprevedibilità di un vulcano. E "Iddu", come lo chiamano gli strombolani, imperturbabilmente attivo da epoca romana, che ogni tanto regala una fumata al tramonto, a quell' affresco che una natura potente ridipinge ciclicamente nel mese di settembre. Da mozzare il fiato! (video realizzato da Agostino Convertino)
" Le emozioni de LA QUIETE DELL' ULIVO piombano nel vissuto di Gerardo Martino nel momento meno prevedibile, impegnato com'è verso il raggiungimento del suo obiettivo artistico più alto: armonizzare lo splendore dell'anatomia umana con le leggi della fisica e della chimica in un percorso che non prevede, in "default", la presenza ingombrante di una chitarra classica che spunta inesorabile come la coscienza sporca di un artista totale impegnato su troppi progetti. Vince su tutto la legge dei vasi comunicanti che, saggiamente, livella "alla pari" gli umori artistici dell'uomo, dell'atleta, del chitarrista, del poeta, dell'attore patafisico e del "personal guru". Un viaggio, che da turistico diventa profondamente interiore, lo pone di fronte all'ulivo e alla sua simbologia possente eppure delicata, riallinea tutte le complicatissime rotelle dell'astrolabio cerebrale di Gerardo, riattiva i suoi tramonti arroventati: ogni sera un tuffo nel mediterraneo come le spade d'acciaio che, ancora in fiamme, ottengono la tempra migliore nell'elemento contrapposto, l'acqua. Ma non è tutta acqua di mare e fuoco di vulcano: legno e terra, resina e cicale, amore e dolore sottile, argilla e sangue per dieci tracks bellissime, tutte composte da lui, e difficili da incasellare nella tavola degli elementi musicali convenzionali. Minimalista ma ricca di colore/calore, contemporanea ma distinta&distante dalla stucchevolezza del new age, la musica di Gerardo sta alla Murgia e al Mediterraneo come quella chitarristi Terje Rypdal e Pat Metheny (suoi più intimi e insospettabili ispiratori) sta alle steppe desolate e gelide della Norvegia o alle pianure sterili e bollenti del Nevada. La QUIETE DELL'ULIVO, oltre ad essere musica bellissima, è una (sana) attitudine dell'autore, una conseguenza inevitabile del suo estro creativo; musica contemporanea da inquadrare nella mente di ciascuno di noi e solo dopo sul mappamondo o nelle charts dell'etno-jazz." Agostino Convertino
Quando la mamma se ne va per sempre è forse la melodia della sua anima che ricuce e ricongiunge melodie dimenticate ad altre che ti ronzano ancora in testa, mai trascritte, mai elaborate, mai arrangiate. La sua terra era la Lucania, ma riaffiorano nella memoria non solo immagini di sassi e antiche ferrovie; riaffiorano le macchie di gelso sui vestitini, il rincorrersi con i cuginetti, le cadute dalla bici, le arrampicate e le escoriazioni, le voci dei parenti che ti ricordano il pranzo, persino i primi approcci con l'altro sesso. Come pure gli anni universitari e del teatro, le gare sportive, la radio e l’approdo nel mondo del wellness, più di due decenni di fuoco resi possibili dal sostegno di genitori straordinari. Sono particolarmente legato a questo brano, al di là della figura materna scomparsa, perchè è atavico, amniotico, e risveglia la mia memoria corporea prenatale commuovendomi ancora adesso ogni volta che lo ascolto. Dodicesima melodia perchè, fra le tante che andavano assemblate, non essendoci alcuna priorità ho preferito affidare il titolo a quella che dà l'incipit al brano in base a un ordine numerico che avevo appuntato.